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Studi scientifici dimostrano che...

La prima volta che si parlò di doule...

Nel 2011, Hodnett et al. hanno pubblicato una versione aggiornata della Cochrane review circa il supporto continuativo alle donne in travaglio. Hanno combinato il risultato di 21 test che hanno coinvolto più di 15.000 donne.

Lo studio randomizzato prevendeva che alcune donne ricevessero un supporto continuativo, uno a uno oppure un supporto “tradizionale”. Il supporto continuativo era fornito da un membro dello staff ospedaliero, come un’ostetrica o un’infermiera (9 studi), da donne che non facevano parte dell’entourage familiare e sociale della donna né dello staff ospedaliero, ad esempio una doula (7 studi), un’educatrice perinatale (1 studio), un’infermiera in pensione (1 studio), o una conoscente della donna, ad esempio un parente o il partner (5 studi). In 10 studi il partner non era ammesso, quindi il supporto continuativo è stato confrontato con la totale assenza di supporto. In tutti gli altri studi il partner era ammesso insieme con la persona che offriva il supporto continuativo.

I risultati? In generale, le donne con un supporto continuativo si sono dimostrate più inclini a un parto spontaneo vaginale, e meno inclini al ricorso all’anestesia epidurale, ad

esprimere sentimenti negativi nei confronti del parto, o ad avere parti con uso di ventosa o forcipe, e infine tagli cesarei. Il loro travaglio era più breve di circa 1 ora e i loro figli erano meno inclini ad avere indici apgar bassi alla nascita. Che cosa significa tutto questo? Che se avete un supporto continuativo durante il travaglio, cioè qualcuno che

non si allontana mai da voi, avrete un esito migliore e vostro figlio avrà un esito migliore!

I ricercatori hanno anche indagato se il tipo di supporto facesse la differenza. Volevano sapere:

è importante CHI scegliete per il vostro supporto continuativo? È importante se scegliete un’ostetrica, una doula, il vostro partner per il supporto continuativo? Hanno potuto farlo in merito a 6 esiti: uso di analgesico, uso di ossitocina sintetica, parto vaginale spontaneo, parto

cesareo, ammissione al nido speciale e giudizio negativo sull’esperienza di parto. In 4 di questi 6 esiti i migliori risultati si sono rilevati quando la donna ha avuto il supporto continuativo di una doula – qualcuno che non fosse parte dello staff ospedaliero né dell’entourage sociale familiare. Quando il travaglio è stato supportato continuativamente da una doula si è rilevata una dimnuzione del 40% nell’uso di ossitocina sintetica, 12% in più di probabilità di parto spontaneo vaginale, diminuzione del 28% di rischio di cesareo e il 34% in meno di

insoddisfazione dell’esperienza di parto. Questi esiti erano i migliori di tutti gli altri tipi di supporto.

 Nella gran parte dei paesi sviluppati da quando la nascita si è allontanata dalle case per entrare negli ospedali le donne hanno partorito in condizioni che possiamo spesso definire rigide. In ospedale, le donne in travaglio sono frequentemente forzate a sottostare a procedure di routine (molte delle quali sono

innecessarie, potenzialmente dannose e non supportate da evidenze scientifiche – ad esempio

costrette a letto per rottura delle membrane, è successo a qualcuna?), alta percentuali di intervento, personale estraneo, mancanza di privacy, luci violente, e aghi. La maggiorparte di noi avrebbero difficoltà a gestire tutto questo anche nelle migliori delle disposizione d’animo possibili, figurisamoci donne in travaglio in condizioni di grande vulnerabilità. Queste condizioni così rigide possono rallentare il travaglio, abbassare il livello di sicurezza in se stessa della donna, e aumentare il rischio di depressione post partum. È opinione che la doula “tamponi” questo ambienti rigido fornendo supporto continuativo a compagnia che promuovono l’autostima della madre (Hofmeyr, Nikodem et al. 1991).

 

 

La seconda ragione per cui pensiamo che le doule facciano la differenza è per via dei loro specifici interventi. Le doule sono formate per incoraggiare la mobilità durante il travaglio –incoraggiando le donne a usare la gravità e aiutandole a trovare posizioni confortevoli durante il travaglio e le spinte. Le doule possono inoltre ridurre l’ansia e la paura nele donne in travaglio.

L’ansia e la paura sono pericolose durante il travaglio perché innescano la reazione “battersi o battersela” che può aumentare il dolore, rallentare il travaglio e portare a un battito irregolare nel bambino. Le doule possono diminuire questi dannosi effetti di ansia e paura con il sostegno

emotivo, le informazioni e i consigli, la difesa della donna e delle sue scelte e le misure di conforto che conoscono. (Hodnett 2002)

La terza ragione è perché le doule sono analgesiche (Hofmeyr, 1991). Infatti, le doule possono essere usate in alternativa all’epidurale. Con le doule le donne richiedono meno

epidurali (Hodnett, 2011). Pensavo che la diminuzione nell’uso di epidurali dipendesse dal fatto

che la donna sentiva che la doula la guardava come un falco per assicurarsi che non chiedesse

epidurale. Tuttavia, leggendo gli studi e parlando con le doule, ho capito in seguito che non dipendeva affatto da questo. Se una doula fa bene il suo lavoro, supporterà la donna in

travaglio in ogni sua decisione, inclusa quella di chiedere un’epidurale.

Quindi cosa succede? Perché le donne che si avvalgono della presenza di una doula sono meno inclini a chiedere un’epidurale? Be’, le donne che hanno uan doula è meno

probabile che chiedano un’epidurale perché non ne hanno così bisogno! Le donne che hanno accanto una doula sentono meno il dolore. C’è di più: evitando l’epidurale le donne

evitano tutta la cascata di eventi che c’è in presenza di un’epidurale – monitoraggio continup, flebo, ossitocina sintetica, farmaci per compensare la pressione bassa del sangue, catetere e ventosa. Molti di questi interventi hanno effeti avversi e possono aumentare il rischio di

cesareo.(Caton, Corry et al. 2002) Vedi il documento originale.

 

 

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